Dopo avervi parlato nella prima parte della storia della distilleria Appleton Estate, della Jamaica e del territorio che la rende unica è giunto il momento di parlare dei rum nel bicchiere. La linea Appleton si rinnova nella veste grafica, nelle bottiglia e anche due grosse novità nei blend con l’ 8 anni Reserve, che sostituisce il Reserve Blend, e il 15 anni Black River Casks, la grossa ed attesissima novità da parte degli amanti della distilleria Jamaicana che nasce nel 1670 e vanta la sua prima distillazione nel 1749.
Appleton Estate 8y Reserve – 43 abv
Il primo della gamma premium, sostituisce il Reserve Blend, alzando l’invecchiamento minimo del blend con tanto di minimun age statement fissato ad 8 anni. Invecchiamento interamente tropicale e blend di melasse distillate in pot & coffey stiil. Diciamolo chiaro, oltre al maggior tempo passato in botte anche la tipologia di costruzione a mio parere è nettamente diversa rispetto al precedente. Dritto, pungente, pepato, speziato, il legno non sovrasta mai l’eleganza del suo corpo che non si poggia quasi per nulla su morbidezze e note di frutta tropicale in piena maturazione. Sappiamo che le botti usate sono esclusivamente quercia america come per tutti i rum della linea Appleton Estate, sennò potremmo azzardare l’idea che ci sia del legno francese per crearne un profilo così “armagnacais”. Se deve essere l’inizio ed una chiave per la miscelazione premium obbiettivo colpito alla grande. Attenzione non consideratelo solo per i vostri drink, può tranquillamente dire la sua come bevuta liscia con un’ ottima qualità prezzo visto le sue caratteristiche. Potrebbe anche scalzare qualche fedelissimo del 12y come rum da somministrazione giornaliera, per dirla alla maniera della Royal Navy di sua Maestà.
Appleton Estate 12y Rare Casks – 43 abv
Un punto di riferimento da anni nel mondo degli appassionati Appleton, struttura di assemblaggio sempre legata al suo invecchiamento interamante tropicale ed unione nel blend di marks sia pot che patent still. E’ rimasto il vecchio 12? No. Si cambia lentamente direzione, si perde un pò di quella parte esplosiva che si manifestava già al naso per poi essere confermata al palato nel Rare Blend. Si materializza con questo nuovo Rare Casks un grande equilibrio ed eleganza dove tutto sembra più in ordine, mantenendo complessità ed aumentando la bevibilità. Caratteritica che come sapete ritengo sempre fondamentale in ogni distillato. Un’evoluzione tecnica guardando il mercato odierno che ovviamente Joy Spence sà ascoltare e ricreare con pesi e colori pescati all’interno delle aging house dell’azienda. Forse i più “geek” rimarranno perplessi, ma i tempi cambiano ed Appleton li sà seguire senza mai perdere di vista la qualità.
Appleton Estate 15y Black River Casks – 43 abv
Sicuramente la bottiglia che ha attirato più curiosità, e con il più alto livello di aspettative. Un blend con invecchiamento totalmente tropicale frutto di assemblaggio di marks proveniente da pot e patent still. La prima cosa che ho pensato dopo l’assaggio è stata che commercialmente un pancale andrebbe esaurito in poco tempo. Sin dall’esame olfattivo si intende subito la sua morbidezza, le sue note fruttate e di pasticceria ti invogliano all’assaggio dimenticandoti dell’alcol che quasi non si percepisce. Leggere note speziate di noce moscata, curry e cannella che emergono da questo “panettone” appena sfornato. Un pò di pepe ma non troppo e il signature della scorza d’arancia come firma degli “elefanti” a doppia storta. Al palato frutta tropicale extramatura, uvetta candita, cacao, l’immancabile nota di vaniglia e un leggero tocco di rabarbaro amaricante nel finale. Finale che forse risulta un pò corto, ti invita a riberlo agilmente, piacevole ma non banale. Notevole la capacità di celare con il suo corpo i suoi 43 gradi abv. Un blend che può preparare un pubblico che non conosce la gamma ad affrontare poi anche il 21 anni.
Appleton Estate 21y Nassau Valley Casks – 43 abv
Il più anziano della famiglia, almeno 21 anni passati nel clima tropicale per la parte più giovane che ne costituisce il blend. Si distacca completamente dal Black River non solo per il peso diverso dell’invecchiamento minimo garantito, ma nei colori che riempiono la sua tela. Va aspettato nel bicchiere, deve rivelarsi. Con calma le note eteree lo abbandonano ed insieme ad una presenza decisa di spezie terziarie, sempre accompagnate da pepe e pimento jamaicano, man mano emergono note calde di caffè, liquirizia, cacao e tutto quello che si può trovare in un vecchio film dove ci lasciamo trasportare con l’immaginazione in una vecchia bottega alimentare con annessa torrefazione. Come direbbe l’amico Gianni Zottola “più un rum è bbono e più bbono viene il drink“, una verità, ma questo 21y Nassau Valley mi piace pensarlo soprattutto lontano dalla miscelazione, lontano da tutto a dire il vero. Solitario nel giusto bicchiere e con i giusti tempi, ascoltato e riascoltato per goderne a pieno.
A presto lungo #leviedelrum
Marco Graziano