29 aprile 2015 Negril, Jamaica
La domenica mattina lasciamo l’hotel di Montego Bay proseguendo lungo la costa in direzione Negril dove sino a mercoledi trascorreremo tre giorni di assoluto relax lontani dalle distillerie, immersi nell’oceano e nella cultura jamaicana.
La struttura dove alloggeremo è il “Rooms on the Beach”, un luogo minimale, tranquillo e per fortuna ben lontano dalle megastrutture alberghiere in stile americano che imperversano su gran parte della costa nord da Ocho Rios a Montego.
Dalle camere come si intuisce dal nome si accede direttamente in spiaggia, una spiaggia bianca che si estende per circa 7 miglia, un mare stupendo e incontaminato con una temperatura a dir poco piacevole. Passeggiando sulla spiaggia si può accedere direttamente ai bar e alle bancarelle che vendono ogni cosa, da quelle legali ad altre meno.
Sicuramente se passate di qui immancabili le visite da Alfredo’s Bar e soprattutto per il serale al Bourbon Beach dove oltre che poter mangiare dal pesce freschissimo e l’immancabile pollo “Jerk” questi due locali frequentati non solo da turisti, la sera con la
musica reggae dal vivo regalano ulteriormente un salto nel tempo.
Il popolo jamaicano e la sua terra ingiustamente sono francobollati come un luogo pericoloso, personalmente ho visto di molto peggio in giro per il mondo e in Italia (provate a trovarvi la sera dopo le 10 in stazione a Roma o Milano), ovviamente anche qui ci sono zone preferibilmente da evitare come Down Town, la parte vecchia della capitale Kingston.
La maggior parte delle persone che conosciamo ci colpiscono per la loro spensieratezza e l’educazione, i due termini di comunicazione “Yaman” e “Respect” non possono far altro che entrare subito nel nostro vocabolario e risultano essere un grimaldello straordinario per comunicare in pochi istanti il rispetto e la voglia di vivere appieno in sintonia con questa terra che oltre al rum a tantissimo altro da offrirci.
La pulizia oltre che nelle camere ma anche in qualunque bagno pubblico che ci capita di utilizzare è a dir poco disarmante, l’igiene è un valore fondamentale per questo popolo.
Grazie al nostro contatto Kelvin Robinson (conosciuto da Leonardo nel suo precedente viaggio in Jamaica), originario del parish di Manchester nel sud dell’isola, abbiamo modo di gustare ancor di più la cucina locale dalle varietà di pesci, alle zuppe sino alla pecora al curry.
Il mercoledi sera chiudiamo la nostra parentesi a Negril con una cena a base di aragosta che rimarrà indimenticabile, trascorsa insieme alla famiglia di Kelvin e ad alcuni suoi amici cuochi per l’occasione, ovviamente non in un ristorante ma cucinata all’aperto in mezzo alle loro case e “negozi”.




Il tutto accompagnato come sempre da rum bianco overproof, ting (bibita gasata al pompelmo) e impianto stereo a tutto volume. Durante la serata chi arrivava in bici, in motorino a piedi per una sosta ad ascoltare un po’ di musica o farsi una bevuta. Tutti componenti di un’unica grande famiglia: one love, one heart!


Giovedì mattina a malincuore lasceremo Negril per dirigerci verso la Nassau Valley dove ci attende la visita alla distilleria più grande del paese: Appleton Estate.
A presto lungo #leviedelrum
Marco Graziano