La giuria internazionale di cui da cinque anni ne sono orgogliosamente membro si è ritrovata due giorni prima del festival e ha assaggiato più di trecento Rum divisi per ogni categoria di appartenenza. Il gruppo, con membri provenienti dalla Spagna, Perù, Usa, Asia e ovviamente Italia, si è ritrovato anche quest’anno presso “La Rhumerie” a Saint Germain de Pres e magistralmente diretta dall’inossidabile coppia Marc Battais & Jean Marie Cornec.
Tornando al festival vero e proprio, il cui tema tema quest’anno era “Un monde de Rhum”, riassumere i migliori assaggi è sempre un compito difficile. Perché sono veramente tanti e alcuni devono rimanere celati, in accordo con i produttori perché ancora sprovvisti di etichetta e di un’uscita ufficiale sul mercato. Per i Rhum prodotti dal puro succo di canna, che vogliate definirli tutti agricole o no, in generale le novità riguardano gli unaged, comunemente definiti bianchi. Riassumendoli dobbiamo citare la Distilleria Neisson, dalla Martinica, con l’edizione limitata a 7.000 bottiglie di Le Rhum Bio Blanc a 52,5abv ottenuto dalla particella della piantagione certificata biologica di cui, dalla nostra visita alla distilleria nel 2014, seguiamo il progetto. La Perle A.1710 è l’ultima distilleria nata sull’isola dipartimento d’oltremare francese, utilizza un piccolo pot still, quindi al di fuori dell’Aoc, era presente con il Brut de Alambic Blanc a 66abv. La Favorite presentava Riviere Bel’Air Recolte 2017, ottenuto dal 100% di varietà Canne Rouge e il Millesime 2009 maturato per 8 anni in botti ex Cognac. Di Guadalupa vi erano le novità top secret di Bologne, un nuovo bianco e degli straordinari invecchiati a bassa tiratura. Attesissima la linea Harmonie dei Rhum di Longueteau, composta da Prelude, Shymponie e Concerto presi d’assalto dai fan. Come del resto per i Rhum Arrangès de’Ced dell’amico Cedric Brement con la première GwaMaRè composto dall’unione di Rhum agricoli bianchi della Guadalupa e della Martinica (Gwa-Ma) e dalla freschezza del “citron galets” della Reunion. Sempre in Gwada, interessanti come prodotti di “avvicinamento” al Rhum agricole i due nuovi blend della distilleria Damoiseau a Le Moule, unica situata nelle Grand Terre, a differenza delle altre, Statera e Concordia, entrambe nelle Basse Terre. Questi li vedremo prossimamente anche in Italia, costituiti dall’assemblaggio di melassa e succo fresco di canna da zucchero, fermentati, distillati e invecchiati in botti che hanno precedentemente contenuto Bourbon. Alex Mouzoris brand ambassador della distilleria Serralès di Portorico ha presentato la versione di Ron DonQ con doppio invecchiamento in botti ex Bourbon (5-8 anni) e botti che hanno precedentemente contenuto Vermouth Mancino e il risultato, nonostante poche settimane di special finish, è davvero intrigante. Fazenda Soledade di Nova Friburgo (Riode Janeiro) ha presentato la sua meravigliosa linea di Cachaca e anche il “Rum brasiliano” dato da un blend di melassa in aggiunta al puro succo di canna. Questa soluzione non ci ha trovato d’accordo, ma le sue Cachaca ci hanno colpito più di tutte le altre, sia nella versione Pura (non invecchiata) che negli invecchiamenti con legni diversi come da tradizione brasiliana quali Ipè, Amburana, Balsamo e Jequitibà. Ovviamente prodotta con alambicco discontinuo, come lo stesso Vicente Bastos Ribeiro responsabile della produzione, ci ha raccontato con grande passione. Da Tahiti tre diversi produttori di distillato da puro succo di canna, tra i quali Mana’o, che ci ha particolarmente impres-sionato per la sua eleganza e pulizia al palato. Sull’isola più grande del gruppo delle Isole del Vento della Polinesia Francese la canna da zucchero è stata reintrodotta dopo quasi 50 anni dall’abbandono delle piantagioni dedicate. Per ora Mana’o “esiste” solo nella versione unaged, distillato tramite alambicco discontinuo intorno ai 80abv e poi ridotto con acqua di sorgente a 50abv, come ci ha spiegato Philipe Jugè grande esperto di Spirits. Tuttavia nella distilleria sull’isola che fu cara a Paul Gauguin ci sono già delle botti di rovere francese colme a riposare. Dalle Mauritius chapeau per l’edizione limitata di sole 800 bottiglie di New Grove Royal Rum Blend per il 60mo anniversario della Maison du Whisky. Il Royal Rum Blend è una miscela di tre millesimi di rum tradizionali (2005, 2006, 2007) invecchiati in diverse botti e infine uniti a un New Grove del 1969. Al “bar delle novità” diretto da Marc Battais l’interessante scoperta dei nuovi Rum Bougainville della piccola distilleria Oxenham. Creata da Dean David Oxenham effettua lunghe fermentazioni di melassa e distilla in un piccolo pot still. Prendete nota perché potrebbe diventare una piccola stella del futuro.
Grande spazio hanno avuto le masterclass con ospiti internazionali. Tra questi Alexandre Gabriel di Rum Plantation che ha parlato dei nuovi progetti a Barbados e in Jamaica sino al “giornaliero” corso di avvicinamento alla degustazione del distillato da parte dell’amico e co-fondatore del magazine Rumporter, Alexandre Vingtier. L’Italia era rappresentata da Daniele Dalla Pola che ha parlato della Tiki (R)Evolution e presentato il suo brand Alamea Exotic Infusion caratterizzato da un liquore al caffè, un Peach Brandy e due interessanti infusioni a base di Rum; uno spiced e un pimento. In video conferenza la presenza virtuale di Luca Gargano di Velier. Si è parlato oltre che di Rhum caraibici anche di Cachaca, di Rum canadesi, del movimento delle piccole distillerie americane insieme a Matt Pietrek fondatore di Cocktail Wonk. Importante e serio l’intervento di Rebekah Lucas riguardante la fondazione di La Isla Network che si occupa delle malattie renali croniche che colpiscono i tagliatori di canna nell’America centrale, riportando testimonianze dirette da piantagioni in Nicaragua e Salvador. Una patologia che si sta diffondendo non solo nel nuovo mondo, ma anche nell’Asia del sud dove la situazione in Indonesia e Thailandia non è migliore. Si stima che questa patologia dalle cause non ancora determinate abbia fatto più di 40 mila vittime tra agricoltori e popolazione dello Sri Lanka e della Mesoamerica negli ultimi dieci anni.