LogoxSito Tavola disegno 1

Appleton Estate Rum si veste di nuovo

La storica distilleria jamaicana che annovera la sua prima produzione di rum nel 1749, di proprietà di Campari dal 2012, presenta la nuova linea aggiornata nel packaging e nel blend. Nella gamma dei loro rum premium và in pensione l’Appleton Estate Reserve Blend che lascia spazio all’ Appleton Estate Reserve 8y e l’inedito Black Rivers Casks 15y che affiancheranno i consolidati Rare Casks 12y e il Nassau Valley Casks 21y. A dire il vero c’era già stata un’apparizione di un Appleton 15y per il mercato Canadese, ma questo nuovo blend sarà a disposizione di tutto il mercato globale con un numero di bottiglie limitate per ogni anno. Ovviamente come da tradizione Appleton Estate i numeri che troviamo in etichetta ci garantisco il “minimum age statement“, vale a dirsi l’invecchiamento minimo garantito per ogni blend che nasce dalla Master Blender Joy Spence.

La nuova gamma premium di Appleton Estate Rum

Una storia secolare

La prima distillazione di rum risale al 1749, la data che troviamo impressa sulle bottiglie, ma la storia inizia nel 1670 per mano di Francis Dickinson che fonda Appleton intitolandola alla sua città natale nel Regno Unito. Dickinson sembra abbia partecipato alla conquista dell’isola quindici anni prima sotto la guida dell’ammiraglio Penn e del generale Venables che di rientro da una sonora sconfitta nel tentativo di conquistare Hispaniola, ripiegano sulla Jamaica scarsamente difesa dagli spagnoli. I due ammiragli al rientro in patria finiranno in punizione nella torre di Londra per aver mancato l’obbiettivo principale della missione facente parte del “Western Design” ideato da Cromwell, che si rivelerà peraltro un mezzo disastro. La Jamaica diventerà ufficialmente territorio inglese grazie al Trattato di Madrid del 1670 e possiamo dire che da questa data inizia ufficialmente una gloriosa storia legata al rum e alla canna da zucchero, senza mai dimenticare l’altro lato della medaglia che affliggerà per decenni i Caraibi con la schiavitù e la veloce estinzione dei popoli selvaggi che ne abitavano le isole. La distilleria Appleton passerà di mano a diversi proprietari come la famiglia Hill e la McDowell, ma col passare del tempo tutti seguiranno l’ottica di espansione aziendale che dai primi 4 ettari divisi tra tabacco e canna da zucchero arriveremo ad oggi con quasi 5000 ettari di proprietà. Dall’altra parte dell’isola, nella capitale Kingston nasce la futura Wray & Nephew, seguendo il sogno di John Wray che nel 1825 apre la “The Shakespeare Tavern” e diventa un mercante di rum. Il nipote di Wray, Charles J. Ward manderà avanti espandendo l’azienda fino alla sua morte nel 1913, ed è cosi che la Wray & Nephew e la Appleton Estate si ritrovano sotto il medesimo proprietari nel 1917 con l’aquisto di entrambe da parte della Lindo Brothers & Company. Cecil Lindo quarant’anni dopo cederà le aziende alla Lascelles de mercado che nel 1960 darà vita al Wray & Nephew Group. Nel 1981, tre anni dopo essersi laureata in chimica, Joy Spence entra a lavorare alla Appleton Estate. L’inizio di una leggenda che si concretizza nel 1997 quando Joy diventa ufficialmente master blender senior e due anni dopo per i 250 anni dell’azienda crea l’Appleton Reserve, giusto per ricordare alcuni dei suoi blend storici non possiamo non citare nell’anno dell’acquisizione da parte del Gruppo Campari (2012) per i cinquant’anni d’indipendenza della Jamaica l’Appleton Estate 50y e nel 2017 il Joy Anniversary Blend 25y per festeggiare i suoi primi vent’anni da master blender.

Il giardino all’ingresso della distilleria e la Cockpit Country intorno

Un territorio vincente

Il legame tra la distilleria e l’adiacente zuccherificio Appleton Estate, il terroir della Nassau Valley nel cuore della Cockpit Country e la purezza dell’acqua donata dal Black River che la attraversa sono punti di lettura fondamentali alla base di produzione della canna da zucchero, della melassa e infine del distillato. Forse in pochissimi altri luoghi dove si produce rum si ha un rapporto così determinante con terra ed acqua come alla Appleton Estate. Nelle collinette intorno la distilleria, quei piccoli denti carsici che formano la Cockpit Country che prende il nome dagli inglesi durante la I° guerra dei Maroon ad inizio 1700, per la forma che ricordava le cabine di pilottaggio delle navi da guerra dove venivano portati i feriti. Si stima che la Cockpit C. si sia formata circa 12 milioni di anni fà da un altopiano di 600 metri circa che con l’erosione delle pioggia abbia formato queste collinette regolari con i lati estremamente ripidi. All’interno di questa area si crea un microclima perfetto dove le pioggie incredibilmente regolari e cadenziate (1500 – 2500 mm annui) si alternano a temperature stabili con un livello di umidità ideale per la crescita della canna da zucchero. A questi fattori si aggiunge la capacita del terreno carsico dove la pietra calcarea (limestone) agisce naturalmente come un filtro per la pioggia, assorbendo così gli scrosci tropicali e rilasciando successivamente dal sottosuolo un flusso di acque azzurre chiare che attraversano le colline e danno vita al Black River. Giusto ricordare che il Black River secondo per lunghezza sull’isola lascia la Nassau Valley nel paris di St. Elizabeth per dirigersi verso la sua foce nell’omonima cittadina nel sud-ovest dell’isola. Importante ribadire che come per i grandi Scotch Whisky anche per Appleton l’acqua è una componente fondamentale; nel crescere la canna da zucchero, nella diluizione delle melasse prima della fermentazione, nella diluizione del distillato che viene messo in botte ed infine nella diluizione finale al termine del suo periodo di invecchiamento tropicale prima di entrare in bottiglia.

Le sorgenti del sottosuolo che danno vita al Black River
Le piantagioni nella Nassau Valley contornate dalla Cockpit Country

La produzione

Appleton ottiene dalle proprie piantagioni, che si espandono per circa 4500 ettari, le dieci varietà di canna da zucchero che vengono lavorate nel “sugar mill” adiacente la distilleria per estrarne lo zucchero che si cristallizza (circa 36 mila tonnellate l’anno). Con la melassa ottenuta inizia il processo di produzione del rum. L’estate di proprietà copre il 90% circa della produzione totale, per il restante viene acquistata canna dai contadini locali e da quelle melasse si otterranno i rum che in etichetta avranno solo la dicitura “Jamaica Rum” e non “Appleton Estate Rum”. Per il processo di fermentazione che dura dalle 36 alle 48 ore vengono utilizzati esclusivamente lieviti selezionati di proprietà che danno un “vino” con una gradazione di 7%abv circa. A questo punto si passa alla distillazione con l’utilizzo di 5 pot still in rame di tipo Vendome a doppia storta (low wine & high wine) e un coffey still in acciaio. Il rum esce dai pot still intorno agli 86%abv mentre dalla colonna continua tra 94 e 96 %abv. I pot still hanno una capienza di 22.731 litri ciascuno, la prima storta contiene 5.000 e la seconda 3.500 litri circa. I magazzini di invecchiamento vantano circa 250.000 barili con i rum più vecchi che hanno ad oggi oltre 50 anni, le botti utilizzate sono tutte in quercia americana precedentemente usate per invecchiare american whiskey. Le botti vengono lavorate secondo esigenza prima di essere riempite nuovamente con il rum, ovviamente la principale fonte di approvvigionamento ora è la distilleria di bourbon Wild Turkey anch’essa di proprieta del Gruppo Campari dal 2009 . Appleton invecchia singolarmente i propri marks di rum e solo su decisione della master blender Joy Spence verranno uniti nel blend successivamente. Presso la Appleton Estate troviamo solamente 8000 botti circa nell’ageing house, le restanti per ragioni di sicurezza in caso di calamità naturali, come un incendio, sono dislocate in altri magazzini sull’isola.

I cinque pot still a doppia storta Vendome
L’aging house presente vicino la distilleria

Nel prossimo articolo la degustazione della nuova gamma Appleton Estate Rum…

L’evento di lancio della nuova linea, insieme a Luca Casale di Campari

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi l'articolo

Vuoi leggere qualcos'altro?

I prossimi eventi